Molto forte, incredibilmente vicino.
Interessante è esplorare nella letteratura quali sono quei racconti che hanno come protagonisti una cosa, o romanzi che vengono influenzati completamente dalla presenza di un oggetto nella storia. Interrogandomi su questa questione mi sono ricordata del romanzo di Jonathan Safran Foer, "Molto forte, incredibilmente vicino". (extremely loud and incredibly close, 2005)
Perché questo è un esempio significativo? La trama si sviluppa intorno alla scoperta da parte del protagonista Oskar Schell, di una chiave all'interno di un vaso con la scritta "Black" sopra. Questa chiave viene trovata dal bambino nello sgabuzzino del padre, dopo la morte di quest'ultimo a causa dell'incidente delle torri gemelle.
Questa scoperta spinge Oskar a vagare per tutta New York alla ricerca della serratura che questa chiave possa aprire e del misterioso "Black" che si nasconde dietro questa. La chiave, poi, si comprende essere appartenuta a un certo Black, ex proprietario del vaso dove all'interno era custodita la chiave, da cui il padre aveva acquistato il vaso. Questa però può essere vista come il pretesto all'azione, il motivo per cui Oskar decide tornare sulle tracce del padre anche scoprendo la storia e facendo la conoscenza del suo nonno misterioso, che neanche il padre di Oskar, Thomas, aveva mai conosciuto.
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